Il 28 novembre all’Antico Spedale di Sant’Antonio il FIRENZE VINTAGE BIT– 13° edizione-I linguaggi degli home computer

Il 28 novembre presso l’Antico Spedale di Sant’Antonio si terrà la 13° edizione di Firenze Vintage Bit 2021,
esposizione di retro informatica.

L’evento è dedicato a tutti i collezionisti di retrocomputer e gli appassionati di archeologia informatica.

Ecco il tema di quest’anno:

Chiunque abbia posseduto un home-computer nei mitici anni ’80 del XX secolo (come il Commodore 64 o il Sinclair ZX Spectrum), sa che disponevano di un interprete per il linguaggio di programmazione BASIC (sviluppato nel 1964 per uso didattico dai professori Kemeny e Kurtz presso il Dartmouth College).
La sua enorme diffusione era dovuta alla sua semplicità d’uso e alla facilità di mettere sul mercato un computer avente poche memorie ROM e RAM e un minimo essenziale di istruzioni BASIC. Inoltre, l’interprete BASIC di un home-computer aveva alcuni ruoli di sistema operativo per digitare un programma, eseguirlo, salvarlo/caricarlo con un registratore a cassette magnetiche oppure
stamparlo con una rumorosa stampante ad aghi. Esistevano i “dialetti” BASIC, cioè versioni più o meno ricche di comandi, progettate per sfruttare al massimo i componenti hardware. Di conseguenza, nascevano spesso dispute tra gli utenti per
dimostrare che il BASIC del proprio computer fosse superiore agli altri. Il BASIC non era il solo linguaggio di programmazione utilizzato. Fanatici hobbisti oppure programmatori professionisti imparavano il “linguaggio macchina” della CPU di un computer per
realizzare veloci routine che aggiungevano le funzioni mancanti oppure per creare giochi dove la fluidità della grafica era di fondamentale importanza.
Sarà interessante scoprire che sugli home-computer si poteva programmare con altri linguaggi di programmazione evoluti diversi dal BASIC. Per esempio, nel 1984 l’azienda inglese Jupiter mise in vendita il modello ACE con il quale si programmava in linguaggio FORTH cablato nella ROM al posto del BASIC. Su diversi modelli di computer fu reso caricabile un interprete LOGO (linguaggio progettato nel 1967 da Feurzeig, Papert e Solomon) con il quale i bambini sperimentavano il disegno di figure geometriche oppure i
movimenti di un piccolo robot opportunamente collegato al computer.
L’evoluzione dell’Informatica conobbe una accelerazione quando apparvero computer più potenti con CPU a 16 bit (poi a 32 bit) e sistemi operativi in grado di supportare interfacce grafiche come Windows. Chi desiderava programmare in modo “strutturato” adottava il linguaggio C e poi il C++. Il BASIC divenne “Visual” per tenere il passo e permettere lo sviluppo di applicazioni commerciali. Per gestire masse di dati sempre più grandi, furono realizzati software e formalizzati linguaggi per i
DataBase relazionali (come dBase, derivato dal sistema di gestione dati delle sonde Viking). Il World Wide Web era ancora chiuso nei laboratori, ma questa è un’altra storia.