Definito il contratto di fiume del torrente Pesa: si tratta di un’esperienza pilota a livello regionale

Il torrente, con il suo andamento discontinuo caratterizzato da secche in estate e piene improvvise nelle stagioni più piovose, ma anche con la sua flora e la sua fauna è un elemento fortemente caratterizzante delle aree che attraversa. I peculiari paesaggi toscani che caratterizzano la Val di Pesa e dei suoi affluenti, accompagnano il corso del torrente per 54 km dal Chianti senese allo sbocco in Arno presso la Villa medicea dell’Ambrogiana. Il corso d’acqua per le sue caratteristiche intrinseche costituisce, inoltre, un elemento dalle tante potenzialità di promozione territoriale connessa con il turismo dolce e ambientale. Certamente per valorizzare tale risorsa è necessaria l’elaborazione di una strategia congiunta fra una pluralità di soggetti e la conseguente attuazione di una serie di misure.
Il contratto di fiume, che per la prima volta viene sperimentato con queste modalità, permetterà di applicare strategie unitarie ai corsi d’acqua smettendo di gestirli secondo logiche frammentarie che li hanno ridotti alle drammatiche attuali condizioni. Sulla Pesa, che pur rappresenta una piccola realtà, operano oggi 9 Comuni, 2 province e 3 gestori del sistema idrico integrato, con relazioni tra loro molto flebili. Al fine di procedere in tal senso è stato avviato negli anni scorsi un percorso partecipato dal titolo “Pesa anche tu”, finanziato dall’Autorità Regionale per la Garanzia e la promozione della partecipazione e coordinato dal Consorzio di Bonifica. Tale percorso ha condotto a risultati importanti: l’individuazione di uno scenario in cui operare, la definizione di obiettivi da raggiungere e conseguenti azioni mirate e l’impegno ad attuarle attraverso la sottoscrizione del “Contratto di Fiume”. Un “patto” tra realtà eterogenee fra loro, fra cui la Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze, la Provincia di Siena, tutti e 9 i comuni che insistono sull’asta del Pesa (tra cui Montelupo, Lastra a Signa, Scandicci, San Casciano e Tavarnelle), il Consorzio Bonifica 3 Medio Valdarno, l’Autorità Idrica Toscana, l’Autorità di distretto dell’Appennino settentrionale, l’Università degli studi di Firenze – Dida, il Centro Ornitologico Toscano oltre a una serie di associazioni ambientaliste e culturali (Circolo ricreativo Turbone “Moreno Gracci”, CIRF – Centro italiano per la riqualificazione fluviale, Comitato promotore Centro Tradizioni Popolari Empolese Valdelsa, Legambiente Chianti fiorentino, l’ittiologa Annamaria Nocita, la Proloco San Vincenzo a Torri, Un paese ritrovato – Circolo Toscanini di Ginestra Fiorentina, il WWF Toscana).
L’auspicio è che a questi se ne aggiungano molti altri, anche appartenenti al mondo imprenditoriale: aziende agricole, cantine, alberghi, ristoranti, realtà produttive. Soggetti disposti a mettersi in gioco per contribuire a migliorare la disponibilità della risorsa idrica, e per le quali essere dislocate nella valle potrebbe divenire elemento identitario e di marketing.
La pluralità di soggetti coinvolti rende bene conto della complessità del progetto che si muove lungo due direttrici: da un lato l’attuazione di forme di coordinamento e pianificazione territoriale, che possano essere riconosciute e messe a sistema dalla Regione e dall’altro il coinvolgimento e la sensibilizzazione della popolazione.
Attraverso il Patto costitutivo si vuole promuovere la concertazione e l’integrazione delle politiche a livello di bacino idrografico, con la partecipazione di soggetti pubblici e privati, per la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi la salvaguardia dal rischio idraulico, e la valorizzazione del paesaggio e del patrimonio ambientale, sociale e culturale.
Le questioni cruciali da affrontare, attraverso azioni mirate possono essere così sintetizzate: riequilibrio idraulico ovvero predisporre una serie di interventi anche importanti volti ad evitare o limitare il prosciugamento del fiume nel periodo estivo attraverso il controllo dei prelievi dell’acqua, l’utilizzo delle acque piovane, la realizzazione di una rete di micro-invasi collinari, gestione del rischio idraulico connesso con la ripulitura e l’implementazione dei fossi e con la realizzazione di ulteriori vasche di laminazione e la creazione di un parco fluviale che tenga conto delle tradizioni, delle caratteristiche agro – alimentari e dei paesaggi.
Quest’ultima da attuarsi attraverso la valorizzazione del patrimonio ambientale e tutela della flora e della fauna a partire da un censimento delle specie presenti, la rivalutazione delle emergenze storiche e artistiche, la promozione e realizzazione di un sistema integrato di piste ciclabili e il recupero degli aspetti tradizionali legati all’agricoltura e al paesaggio.
I prossimi passi saranno l’approvazione del Patto Costitutivo da parte dei vari soggetti, l’avvio di un tavolo di lavoro fra la Città Metropolitana, che a breve proporrà l’inserimento del contratto di fiume del torrente Pesa nel proprio piano strategico, e la Provincia di Siena, la costituzione di un tavolo di lavoro con la Regione Toscana le cui competenze toccano il contratto di fiume su molteplici temi, la creazione di una struttura di coordinamento e l’aggiornamento delle politiche comunali nei diversi ambiti di interesse del piano.

Comunicato a cura dell’Ufficio stampa del Comune di Montelupo Fiorentino